Tema della Conferenza
Musei e paesaggi culturali
Il paesaggio italiano è universalmente noto.
È stato descritto, rappresentato, visitato in ogni tempo e in ogni modo e il Grand Tour settecentesco lo ha eletto a meta imprescindibile per chi ricerca la miglior sintesi tra storia e bellezza naturale. Chi, al mondo, non ha presente la straordinaria gamma di paesaggi di questa penisola che dalle alpi si prolunga sino al centro del Mediterraneo con il suo entroterra e le sue riviere? Chi non ha nella mente almeno uno degli innumerevoli monumenti che si incontrano percorrendola, nello stratificato palinsesto di testimonianze che vanno dall’antichità al medioevo, dal rinascimento al barocco, dall’età neoclassica sino ai giorni nostri?
Altrettanto celebri sono i suoi grandi musei, dagli Uffizi a Brera, alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, da Capodimonte alla Galleria Sabauda fino ai Musei Vaticani, parte integrante di tale enorme patrimonio. Le loro opere d‘arte sono parte essenziale di quel Museo immaginario descritto da André Malraux, insieme alle tantissime altre custodite nelle chiese, nelle dimore signorili, nelle città e nei borghi del “Bel paese”. Musei d’arte e d’archeologia soprattutto, ma non solo e anche siti e complessi monumentali che fanno dell’Italia un grande “museo diffuso”, un “museo a cielo aperto”.
Il panorama museale italiano è più ricco e diversificato della sua immagine consolidata: accanto ai grandi musei nati dalle collezioni dinastiche degli Stati preunitari e alla rete maggiore dei musei civici dei grandi e medi centri, sono oggi centinaia i piccoli musei locali, nati soprattutto negli ultimi decenni. in italia esistono – il dato si riferisce al 2011 – 4588 musei e istituti “similari”: 3847 musei, 240 aree e parchi archeologici, 501 monumenti e complessi monumentali. Quasi un comune su tre ospita almeno un museo e in alcune regioni vi è almeno un museo ogni due comuni in un paese in cui, come ha scritto André Chastel “grazie a una sorta d‘incastro esemplare, la collezione s‘iscrive nell‘edificio che la città riveste, e queste tre forme di museo si rispondono mutualmente” ¹
Anche i suoi paesaggi culturali sono andati cambiando: pur aggrediti dallo sviluppo urbano e industriale, molti degli scorci ammirati dal mondo si sono conservati, mutati ma non per questo deprivati del loro fascino antico.
E sono anche sorti nuovi paesaggi, espressione di una modernità divenuta in parte già storia, mentre l’idea stessa di paesaggio è cambiata e si estesa a sempre nuovi territori della mente e dello sguardo. nell’invitare i colleghi di tutto il mondo alla 24° Conferenza generale di ICOM che si terrà a Milano dal 3 al 9 luglio 2016, il Comitato nazionale italiano ha proposto loro di affrontare un tema caro alla museologia italiana: il rapporto tra musei e paesaggi culturali. una questione centrale per l’italia, ma anche una prospettiva strategica per i musei del Terzo Millennio in tutto il mondo. un’occasione e una sfida per il rilancio e il rinnovamento della loro missione e per il rafforzamento del loro ruolo culturale e sociale.
Un tema che ICOM Italia propone di affrontare in due principali direzioni. In che misura i musei, soprattutto quando le loro collezioni provengono dal contesto in cui si trovano, hanno il dovere di assumere anche la funzione e il ruolo di centro d’interpretazione del territorio e della comunità di cui sono parte ed espressione? In che modo, attraverso quali mezzi, iniziative, proposte i musei possono contribuire a diffondere la conoscenza del patrimonio culturale presente dentro e fuori le loro mura? Crediamo infatti che i musei debbano anche sentirsi responsabili, oltre che delle proprie collezioni, del patrimonio culturale che li circonda, costituendosi in presidi di tutela attiva, operando, grazie alle professionalità presenti al loro interno, nel territorio di cui sono parte, in una prospettiva che in Italia ha preso il nome di “museo diffuso”. Quella di un museo che travalica i propri confini fisici per estendersi al territorio, ampliando così la propria azione e responsabilità all’insieme del patrimonio culturale.
Questa prospettiva assegna ai musei anche la responsabilità del paesaggio culturale:
- li rende depositari della sua conoscenza,
- documentata dalle loro collezioni, dalle ricerche e attività scientifiche;
- li sollecita a divenire protagonisti di nuove indagini sul patrimonio culturale in quanto istituti attivi nella protezione e conservazione di beni presenti anche all’esterno
- delle loro mura;
- li impegna nella loro gestione, sviluppando un carattere che molti di essi già hanno: quello di essere musei diffusi e centri di interpretazione del patrimonio locale;
- li spinge a essere responsabili dell’educazione al patrimonio e al paesaggio culturale;
- li rende attori non solo della protezione e conservazione del paesaggio, ma del suo sviluppo, partecipi, insieme ad altri, della pianificazione urbanistica e paesaggistica, di una promozione del turismo culturale;
- li proietta verso il futuro, in quanto custodi dei valori storici e culturali del paesaggio e al tempo stesso promotori di uno sviluppo sostenibile anche perché li rispetta e li valorizza.
1. A. Chastel, Italia museo dei musei, in I musei, TCI, Milano 1980, p.14